Produzioni Culturali, Teatrali e Video-cinematografiche
L’Archivio Storico Enrico Maria Salerno raccoglie oltre 30.000 documenti sulla carriera del grande attore e regista e sulla storia dello spettacolo italiano del ‘900.
All’interno del progetto di riordino dell’Archivio, si è scelto preliminarmente di valorizzare la Sezione riguardante una parte nascosta dell’attività di Salerno: il suo impegno nella fondazione e nel sostegno di un sindacato di categoria degli artisti dello spettacolo.
La ricerca sui documenti della Sezione Sindacale sta svelando la storia di un movimento sindacale dei lavoratori dello spettacolo che ha i suoi fondamenti nella seconda metà dell’ Ottocento e che prosegue – con l’interruzione del fascismo – fino ai giorni nostri. Fra i protagonisti, accanto a Salerno, i nomi più prestigiosi dello star system di ogni epoca. Emerge l’immagine di un “mondo dello spettacolo” colto da un punto di vista assolutamente originale e sorprendente.
Pochi se ne ricordano, ma c’è stato un tempo in cui gli attori uscivano nelle piazze alla testa di grandi manifestazioni, organizzavano scioperi e picchetti ed i giornali erano pieni delle loro gesta. Non gesta di attori, divi dello spettacolo, ma di agitatori sindacali e politici.
Quel tempo, che quasi nessuno ricorda, era appena ieri. I nomi di quegli attori, che tutti ricordano – ma per altri motivi – sono Anna Magnani, Gino Cervi, Vittorio De Sica, Arnoldo Foà Enrico Maria Salerno, Marcello Mastroianni,, Vittorio Gassman, Lina Volonghi, , Gianna Piaz, Giancarlo Sbragia, Gian Maria Volonté, Ivo Garrani, Edmonda Aldini, Pino Caruso, Nino Manfredi, Amedeo Nazzari, Paolo Panelli, Ave Ninchi … e tutti gli altri che con loro e molto prima di loro, nel corso di 100 anni, hanno combattuto per un principio banale ma difficile da affermare: anche un attore è un lavoratore e, come tale, ha dei diritti che il datore di lavoro deve rispettare.
L’attore un lavoratore? L’artista strapagato, capriccioso, circondato dal lusso. La star che vive sui giornali, spregiudicata nell’uso della pubblicità … un lavoratore?
Quando gli attori italiani scesero in agitazione negli anni ’60 alcuni giornali titolarono: “Scioperanti in Cadillac”.
Che lavoratore sarà mai l’attore?
Ovunque e da sempre, per ogni divo consacrato ci sono migliaia di suoi colleghi che a fatica trovano qualche scrittura in teatro o in cinema e a stento arrivano alla fine del mese. Il lavoro nello spettacolo è quanto di più incerto si possa immaginare e i contratti sono appena più garantiti di quelli degli agenti dei servizi segreti. A volte miliardari, quasi sempre miseri, perennemente affacciati sulla disoccupazione. Co.Co.Co. , interinali, atipici, lavoratori “in affitto” : tutte le forme del precariato moderno sembrano fotocopiate su un unico originale: il contratto di scrittura teatrale. Quello che da più di cent’anni tiene l’attore in equilibrio incerto sul suo palcoscenico.
Eppure gli attori, se solo si guardassero alle spalle, si accorgerebbero di avere poco da lamentarsi. I loro antenati erano addirittura dei perseguitati. In Svezia, agli inizi del 1500, i saltimbanchi sorpresi a recitare per strada, potevano essere uccisi senza che l’atto costituisse reato penale. L’assassino era tenuto a risarcire gli eredi dell’ucciso un paio di scarpe nuove, un paio di guanti e un vitello di tre anni.
Ma neppure in seguito se la passarono bene. Altrimenti che bisogno avrebbe avuto il giurista Enrico Rosmini, nel 1872, di scrivere: “Tutti i cittadini godono egualmente i diritti civili e politici e persino gli stranieri godono dei diritti civili [ …] Adunque, anche gli attori devono godere di tutti i diritti che risultano dalla legge comune” ?
E gli attori, nel frattempo, per sopravvivere si organizzavano, costituiscono Compagnie. La più antica di cui abbiamo documenti ufficiali è quella fondata a Padova da Giovanni Maffeo, davanti al Notaio Fortuna, il 25 febbraio del 1545. E’ una vera e propria cooperativa il cui Statuto prevedeva già allora le soluzioni ai problemi di sempre: l’assistenza e l’assicurazione in caso di malattia di un attore, la divisione delle spese e la comunione degli utili, l’organizzazione della tournée, la nomina del regista e la scelta del repertorio. Questo carattere “autogestito” delle Compagnie si protrasse per secoli, fino a quando, in pieno ‘800, lo spettacolo cominciò a diventare un’industria. Nascevano le imprese e gli impresari, i proprietari di catene di teatri, i distributori nazionali. Gli attori diventano dipendenti d’impresa. Le scritture teatrali sono regolate da contratti – capestro. Lo scritturato deve far fronte alle spese per i costumi, i viaggi, non ha compenso per le prove, non ha riposi pagati, se si ammala può essere licenziato in otto giorni e, se non ha successo di pubblico, l’impresario lo caccia dalla Compagnia senza compenso. Naturalmente non esistono pensioni di invalidità o vecchiaia. Alla fine dell’Ottocento Carlo Lotti, protagonista della vita teatrale, scrive: “Mentre tutti i componenti le varie classi della società fondano casse di previdenza affinché chi vive del lavoro possa trovare aiuto nella sventura e un onorato riposo nella vecchiaia, i soli artisti di teatro non hanno voluto provvedere al loro avvenire”.
L’appello viene finalmente raccolto. Nel 1902 la Società di Previdenza fra gli Artisti Drammatici compie i suoi primi dieci anni di vita. E’ animata dai grandi attori del tempo; Tommaso Salvini, Adelaide Ristori, Eleonora Duse, Ermete Novelli, Ermete Zacconi, Ernesto Rossi. E comincia ad erogare le prime pensioni di vecchiaia e i sussidi di malattia.
Contemporaneamente anche gli attori meno affermati si organizzano. Nasce il sindacato di impronta socialista. Dal 1903 la Lega di Miglioramento fra gli Attori Drammatici diffonde un suo glorioso organo di stampa: L’Argante. Vi si legge: “Lega e Contratto Unico del Teatro esistono! L’aumento rilevante di soci è l’inizio di una nuova era, di un risveglio salutare”. E altrove: “La Lega raggiungerà i suoi altissimi scopi il giorno in cui potrà ordinare e sostenere un giusto sciopero”.
E presto arrivano gli scioperi.
Durante la guerra del ’15 -’18 la situazione degli attori si aggrava: il pubblico diserta i teatri. Cresce invece la cinematografia. Per gli attori è una possibilità di nuovo guadagno. Nel Contratto Nazionale del 1917 compare una clausola sconosciuta fino ad allora: “Il Capocomico non permetterà allo scritturato, neppure durante il periodo di riposo non pagato, di prendere parte alla formazione di pellicole cinematografiche”.
La goccia fa traboccare il vaso. L’Argante titola: “Scritturati, non schiavi!”.
Virgilio Talli è uno dei più affermati capocomici dell’epoca. Nel luglio del 1918 dodici attori della sua compagnia chiedono la libertà di recitare davanti alla cinepresa, lui rifiuta. Si arriva allo scontro fisico. E’ il primo atto della ribellione. Nel 1919 viene proclamato lo sciopero contro gli impresari. L’opinione pubblica simpatizza con gli scritturati. In numerosi contratti del 1919 la clausola sul divieto di lavorare al cinema, scompare.
L’ultimo grande sciopero è del 5 gennaio 1822 – sostenuto dal periodico della neonata Confederazione dei Lavoratori dello Spettacolo: “Battaglie Teatrali”.
Il 28 ottobre 1922 ogni speranza ha fine. Durante la “marcia su Roma”, viene distrutta la sede del Teatro del Popolo, fondato da Campanozzi alla testa della Lega dei Comuni socialisti. Le organizzazioni sindacali degli attori vengono sciolte. L’Argante diventa organo della nuova arte fascista.
Già nei contratti del 1923 ricompare il divieto per i teatranti di recitare in cinema. Evidentemente gli impresari si erano schierati dalla parte del fascismo con più efficacia degli attori.
Comincia il Ventennio, riassumibile in questa frase del Regolamento collettivo del teatro del 1936: “La compagnia deve osservare scrupolosamente le disposizioni della legge di Pubblica Sicurezza …. Il capocomico è personalmente responsabile anche delle infrazioni commesse da qualsiasi attore della sua compagnia“. L’attore torna d’un balzo ad una condizione simile a quella dettata dal Concilio di Magonza quasi 1000 anni prima: un essere irresponsabile, pericoloso, da tenere al guinzaglio sotto la sorveglianza dell’autorità.
E’ da questa concezione dell’attore, durata vent’anni, attraverso una guerra devastante, la divisione in due della nazione, la necessità di compromettersi per sopravvivere, da qui dobbiamo partire per ritrovare il nostro “lavoratore dello spettacolo” e seguirne le peripezie nell’immediato Dopoguerra.
Nuovamente una crisi post-bellica; nuovamente l’urgenza di alzare la testa, quando le tempeste della Storia lasciano il posto alla voglia di vita e quindi di spettacolo. Ma il contesto è profondamente mutato: bisogna ricostruire il cinema italiano e sostenere l’assalto delle major americane: a Roma, il 25 febbraio 1949 si svolge la più grande manifestazione della gente di spettacolo di tutta la storia: in decine di migliaia marciano verso Piazza del Popolo. Alla testa del corteo, spalla a spalla, avanzano Gino Cervi, Anna Magnani, Vittorio De Sica e il Segretario della CGIL Giuseppe Di Vittorio. Percorrono Via del Corso. La “celere” carica con le camionette ma non riesce a fermare i dimostranti. La grande prova di forza costringe il governo a varare primi provvedimenti a favore della cinematografia italiana.
1954: l’avvento della televisione muta radicalmente il sistema dello spettacolo e il quadro delle relazioni sindacali. Il piccolo schermo svuota i cinema e i teatri ed impiega gli attori su un set tutto nuovo, con macchine sconosciute: le telecamere. L’attore prende coscienza di essere entrato – per dirla con Benjamin – “nell’era della sua riproducibilità tecnica”.
Il 26 febbraio 1960 nasce la Società Attori Italiani, Presidente Cervi, con Manfredi, Mastroianni, Salerno, Foà, Sbragia e l’avvocato Cortina. Dopo pochi mesi la SAI conta fra i suoi iscritti la maggioranza degli attori italiani. Gassman ospita sedute oceaniche nel suo “teatro-circo”. Contratti RAI e diritti sulle riproduzioni video, contratti del teatro, del cinema, regolamenti di palcoscenico, previdenza, minimi di paga, accesso alla professione, diritti sindacali, censura: ecco i temi di una vertenza che si sviluppò fra scioperi e manifestazioni per un decennio. Mai, come negli anni ’60, i protagonisti della scena furono anche protagonisti sindacali. Cervi, Foà, Salerno, Sbragia erano tribuni capaci di infiammare le platee, di trascinare migliaia di iscritti ad una lotta che non fu senza prezzo: si dovette costituire un Fondo di Solidarietà per sostenere gli attori boicottati dalle produzioni per il loro impegno sindacale.
Nasceva nel frattempo il principio del Teatro in Cooperativa con forte impronta civile. L’avanguardia è costituita dalla Compagnia degli Attori Associati: ancora una volta Salerno, Sbragia, Garrani con la Piaz, Cucciola, la Valeri, Volonté… Nel ’61 il Teatro Parioli programmò lo spettacolo Sacco e Vanzetti. Rischiò di essere chiuso dalla polizia. A presidio accorsero Giorgio Amendola, Sandro Pertini e il Segretario Aggiunto della CGIL Ferdinando Santi.
Nel ’65 la mobilitazione della stampa non bastò a proteggere Volonté ed il Vicario: lo spettacolo più duro sulle sospette relazioni vaticane col nazismo. La polizia assediò la Compagnia, asserragliata al teatrino di Via Belsiana, a Roma, per tre giorni.
Poi sarebbero arrivate le manifestazioni alla Mostra del Cinema di Venezia del ’68, le battaglie contro la crescente censura e l’ingerenza governativa nella cinematografia. Nanni Loy, Francesco Maselli, Ugo Pirro erano fra i più accesi, nel movimento. Nel 1973 Franca Rame è vittima di un pestaggio fascista. La SAI proclama in tutti i teatri italiani il Mese Antifascista dello Spettacolo. Prima di ogni rappresentazione viene letto alla platea un documento politico di condanna. Dunque, all’agenda sindacale si affianca quella politica. Ma le due marciano insieme perché i provvedimenti di austerità scelti dal governo di fronte alla crisi energetica dei primi anni ’70, impongono la chiusura serale anticipata per i locali di spettacolo. La TV manda gli italiani a letto alle 10,30. Per i lavoratori è un nuovo durissimo colpo.
Le battaglie degli anni successivi ebbero nuovi ordini del giorno e la Società Attori Italiani avviò nel 1979 la propria trasformazione in Sindacato. In quegli anni si producono film e sceneggiati TV con prevalenza di attori americani. Gli attori italiani, utilizzati in ruoli secondari, sono costretti a recitare in inglese o a farfugliare sequenze di numeri che al doppiaggio verranno sostituiti dalle battute. Ancora una volta agli attori non resta che ribellarsi. Pino Caruso, segretario del SAI, dovrà fronteggiare le Major sulla questione del “voce-volto”, della recitazione in “presa diretta”, dei finanziamenti pubblici concessi a produzioni scopertamente straniere. La battaglia è durissima ma il Sindacato porta a casa qualche buon risultato. Nel frattempo il cinema approfondisce la propria crisi produttiva e di idee. Il teatro sopravvive in trincea. La nascita delle TV commerciali costituisce una svolta ulteriore, ma su questa soglia – che riguarda il presente della televisione ma anche del cinema e dello spettacolo dal vivo – l’epopea degli attori si ferma per cedere il passo ad un dibattito politico ancora tutto da costruire.
La storia della sindacalizzazione degli attori non può essere dimenticata, anche per i suoi esiti: negativi per le numerose sconfitte subite negli anni; ma anche positivi, per la conquista del principio che l’artista sia un lavoratore e debba godere di diritti. Positivi soprattutto per il riconoscimento del diritto a ricevere un compenso per le riproduzioni audio-video, così come gli scrittori godono di diritti sulle vendite dei loro libri. Gli attori lo rivendicarono fin dal ’60, considerandosi “autori” della propria interpretazione. Il principio è stato recepito dalla legislazione italiana attraverso l’Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori (IMAIE), il 5 febbraio 1992.
Rosmini aveva scritto: “L’artista che riproduce in azione i pensieri e gli affetti del poeta, è spesso poeta egli medesimo e crea”. Era il 1872.
Fabio Cavalli
Elenco alfabetico dei Soci della Società di Previdenza “Tommaso Salvini” fra Artisti Drammatici, 1892
Libro Verbali delle Assemblee Generali della Società di Previdenza fra gli Artisti Drammatici. Dal verbale di fondazione 20 gennaio 1892 all’ assemblea del 16 maggio 1898.
L’Argante Bollettino della Lega di Miglioramento fra gli Artisti Drammatici, Anno VI, N°20, Roma 21 luglio 1908
Contratto di scrittura fra la Compagnia Gandusio-Borelli-Piperno e Wanda Capodaglio, 1910
Regolamento di scena Compagnia Gandusio-Borelli-Piperno, 1912-1915
I pubblici spettacoli. Le provvidenze di legislazione sociale. Relazione di Ettore Reina. Pubblicazione del Ministero dell’agricoltura, industria e commercio, 1915.
Contratto Teatrale fra i Capocomici Ruggero Ruggeri-Giuseppe Paradossi e Wanda Capodaglio, 1915-1917
Contratto di locazione d’opera fra la Compagnia “Irma Gramatica” rappresentata dal Sig. Mario Alberto Zeppegno e Wanda Capodaglio, 1918
Contratto tipo di scrittura teatrale fra le parti, 1919. L’Artista Giuseppe Porcelli è rappresentato dalla Lega per il Miglioramento fra gli Artisti Drammatici e la Compagnia diretta da Uberto Palmarini è rappresentata dall’ Associazione Capocomici del Teatro di Prosa
La Compagnia “Uberto Palmarini” a Roma, marzo 1919
Statuto della Società Artistica Cooperativa “Teatro del Popolo”, 1920
Battaglie Teatrali, Organo della Confederazione Nazionale fra i Lavoratori del Teatro, Periodico Mensile, Anno I, N°1, Milano 15 gennaio 1922
Lettera autografa del Rag. Carlo Flamini a Campanozzi, animatore della Società Artistica Cooperativa “Teatro del Popolo”, 10 gennaio 1923
Contratto di prestazione d’opera artistica fra la Compagnia Talli-Capodaglio-Calò-Oliveri (rappresentata dall’Associazione Capocomici del Teatro di Prosa) e Marta Abba (rappresentata dall’Associazione Nazionale fra gli Artisti Drammatici) sotto l’egida della Corporazione Nazionale del Teatro, 1924: Sotto il fascismo la Lega per il Miglioramento fra gli Artisti Drammatici è sostituita dall’Associazione Nazionale fra gli Artisti Drammatici
Regolamento di scena della Compagnia Virgilio Talli, 1925
L’Argante già Bollettino della Lega di Miglioramento fra gli Artisti Drammatici, in seguito Organo del Sindacato Fascista dei Capocomici e Attori del Teatro di Prosa, 17 maggio 1926
Contratto fra la Compagnia De Sica-Rissone-Melnati e Dino Di Luca, 1936. Dal 1935 il Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per gli scritturati delle Compagnie Drammatiche stipulato fra le Organizzazioni Sindacali aveva stabilito il “minimo” di paga per l’attore
La Compagnia De Sica-Rissone-Melnati al Teatro Manzoni di Milano, 1936
Carteggio fra l’Ente Nazionale Fascista della Cooperazione e la Società di Previdenza fra gli Artisti Drammatici, 1939-1940: Nel 1939 a seguito dell’entrata in vigore delle Leggi razziali, il Ministero degli Interni richiede l’espulsione dei soci ebrei da tutte le Società di mutuo soccorso. Gli attori continuano a lavorare sotto falso nome. Arnoldo Foà assume lo pseudonimo di Puccio Gamma.
Disposizioni sulla cinematografia dal 1913 al 1963, Edizione AGIS, 1963
Bozza Contratto Nazionale per gli attori di prosa, Roma 21 maggio 1952 con correzione autografe di Enrico Maria Salerno
Originale Contratto Nazionale per gli attori di prosa, Roma 21 maggio 1952
Atti della conferenza tenuta Teatro delle Arti di Roma il 27 novembre 1955: gli attori si riuniscono per discutere della costituenda SIA Società Italiana Attori, primo tentativo di organizzazione di categoria dei lavoratori dello spettacolo antecedente alla SAI.
L’Argante Notiziario Teatrale del Sindacato Artisti Drammatici N° 6 giugno-luglio 1955
L’Argante Notiziario Teatrale del Sindacato Artisti Drammatici N° 6 luglio 1956
Giuseppe Giacconi (FILS – Sindacato Artisti Drammatici), Lettera a E.M.S, Milano, 21 marzo 1956
Franco Friggeri (FILS – Sindacato Artisti Drammatici), Lettera a E.M.S, Milano, 8 febbraio 1958
Antonello Picciau (FILS), Lettera all’On. Gabriele Semeraro, Roma 25 giugno 1957
Documento redatto da un “Comitato promotore” di artisti e inviato alla FILS e all’On. Semeraro: nel 1957 un Comitato Promotore sottoscritto da 130 protagonisti della scena italiana sottopone alla FILS – Federazione Italiana Lavoratori dello Spettacolo e al Parlamento il primo documento di rivendicazione del “Diritto dell’esecutore e dell’interprete”.
Lettere di adesione alla SAI
Atto Costitutivo della SAI – Società Attori Italiani (3 copie)
Statuto della SAI – Società Attori Italiani (3 copie)
Busta indirizzata al Notaio Alberto Misurale
Avviso di convocazione di Assemblea Alberto Cortina a E.M.S. (2 copie, una con delega di Anna Miserocchi)
Verbale dell’Assemblea Teatro Circo Parco dei Daini 13 marzo 1960
Convocazione di Assemblea per il 20 marzo 1960
Relazione incontro tra rappresentanza SAI (Avv. Carlo Alberto Cortina, Ivo Garrani, Giancarlo Sbragia) e RAI (Avv. Cantelli e Avv. Zini) tra il 13 e il 20 marzo 1960)
Proclamazione sciopero contro RAI-TV 9-11 aprile 1960
Convocazione di Assemblea per il 20 aprile 1960
Notiziario quindicinale del TPI di Vittorio Gassman, Anno I, N° 7/8 del 25 aprile 1960
Bozza dell’accordo RAI-SAI del 24 maggio 1960 successiva all’intervento del Ministro 21 aprile 1960
Convocazione di assemblea da parte del Segretario Alberto Cortina giugno 1960
Relazione del Segretario Alberto Cortina sui primi sette mesi di attività della SAI settembre 1960
Delibera adottata dal CDA dell’ENPALS il 19 luglio 1960
Elenco attori e attrici SAI: 296 associati (6 copie; settembre 1960)
Elenco attori e attrici SAI: 863 associati (anni ’60)
Elenco attori e attrici SAI: 68 associati (anni ‘80)
Intervento di Enrico Maria Salerno in assemblea, probabilmente 1960 (etica e teatro)
Sacco e Vanzetti: monologo del Procuratore Katzmann rivisto e corretto da Enrico Maria Salerno debutto 27 dicembre 1960
Biglietto di sostegno alla SAI dell’On. Ferdinando Santi Segretario CGIL
Verbale prima riunione del nuovo CDA della SAI 4 gennaio probabilmente 1961
On. Giorgio Amendola, Biglietto di sostegno a E.M.S. e alla SAI, Roma 29 gennaio 1961
G. Cardona (Segreteria Intesa Nazionale per la Cultura, Comitato d’Azione e di Coordinamento), Lettera a E.M.S., Firenze 23 marzo 1961
Disegno di legge di iniziativa popolare per l’attuazione degli articoli 21 e 33 della Costituzione in garanzia della libertà in materia di spettacoli cinematografici e teatrali
Carlo Alberto Cortina, Lettera a E.M.S., Roma 26 maggio 1961 (elezione nuovo CDA della SAI, Salerno tra i 21 più votati)
Bollettino SAI N°3 successivo al 26 gennaio 1962 (sull’accordo RAI-SAI)
Bollettino SAI N°6, Roma 22 marzo 1962
Volantino Convegno Cittadino al Cinema Massimo (P.zza S. Giovanni in Roma), domenica 8 aprile 1962
Bollettino SAI N°7, Roma 25 maggio 1962 (istituzione commissioni interne di rappresentanza alla RAI)
Bollettino straordinario, Roma 22 maggio 1962 (proclamazione sciopero contro RAI-TV e resoconto del convegno dell’11 giugno 1962 sul problema pensioni)
Carlo Alberto Cortina, Lettera a E.M.S., Roma 5 dicembre 1962 (convocazione d’assemblea per il 16 dicembre 1962)
SAI, Lettera a E.M.S., Roma 28 febbraio 1963, sulla nascita dell’Alleanza Italiana dello Spettacolo
Comunicazione straordinaria sul rinnovo dell’accordo RAI-SAI, Roma 4 giugno 1963
Rinnovo Accordo RAI-SAI 6 giugno 1963 (proroga accordo del 24 maggio 1960)
Bollettino convocazione di assemblea per il 23 giugno 1963: consuntivo di un trienno firmato da Arnoldo Foà
Bollettino spedito il 15 agosto 1963 (verbale dell’Assemblea generale tenuta al teatro dei Satiri il 23 giugno 1963)
Segreteria SAI, Lettera a E.M.S., Roma 28 dicembre 1963
Bollettino N°12, Roma 29 gennaio 1964: convocazione assemblea per il 9 febbraio1964, elezioni nuovo CDA, rinnovo contratto di prosa, rinnovo contratto RAI-TV
Enzo Bruno (socio SAI), Lettera a E.M.S., (lettera ai soci SAI), Roma 2 marzo 1964 sul rinnovo del contratto di prosa
SCHEMA del nuovo contratto di prosa
Contratto Nazionale di prosa (copia che mette a confronto lo SCHEMA elaborato a marzo dalla SAI e il Contratto approvato il 31 luglio 1964)
Bollettino SAI N°13, Roma 24 aprile 1964
Nuovo Contratto RAI-SAI del 10 aprile 1964
Bollettino n. 15, 18 settembre 1964
Delega da compilare per la trattenuta dell’1% sulle prestazioni RAI
Nuovo Contratto Nazionale di Prosa del 31 luglio 1964 con decorrenza 1 settembre 1964
Bollettino n. 18, 15 febbraio 1966 (sciopero doppiatori; telefilm “San Francesco” prodotto dalla Clodio Cinematografica su commissione della RAI)
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per Attori e Tecnici (6 agosto 1969), pubblicato sul n.1 del mensile della SAI “Per lo Spettacolo”, Febbraio 1970
Carta intestata SAI 1979-1987)
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del 6 novembre 1981 con modifiche apportate nel rinnovo del 20 giugno 1983 (2 copie, 1 annotata da E.M.S.)
Ministero del Lavoro della Previdenza Sociale, Lettera a INPS, INAIL, ENPALS, CGIL, ANICA, AGIS, CISL, UIL, 17 maggio 1983
SAI, Tonino Pavan, Lettera a E.M.S., Roma, 24 dicembre 1986: dopo la vertenza Warner Bentivegna e Pierpaolo Capponi contro la RAI per le trasmissioni di Telemontecarlo
Vertenza Knock, 1986-87: atti legali relativi alla vertenza vinta da Enrico Maria Salerno per i riposi del personale artistico e tecnico della Compagnia “Enrico Maria Salerno” in scena con Knock, … ovvero il trionfo della medicina di Jules Romains.
Circolare Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, 14 gennaio 1987
Proposta di statuto per il SAI – Sindacato Attori Italiani, 5 giugno 1987
E.M.S., Lettera al SAI, Roma 18 settembre 1987. Lettera circolare ai soci.
Ricevute versamenti di Enrico Maria Salerno al Sindacato: 28 maggio 1987, 23 giugno 1987, ottobre 1987
Un conto corrente intestato SAI
Materiale sul Convegno Attori in cerca di personaggio tenuto alla Sapienza di Roma il 19-21 ottobre 1987: Comunicato ANSA, Roma 9 settembre 1987, Relazione introduttiva di Tonino Pavan, Rassegna stampa pubblicata su IS, mensile di Informazione, Spettacolo &Cultura del Sindacato, Calendario dei lavori, Richiesta d’intervento, Documento relativo alle norme che definiscono la realtà giuridica dell’attore, Invito per un convegno di aggiornamento sui problemi dei professionisti della voce e del canto annunciato per la primavera del 1988, Intervento del Prof. Ferruccio Marotti, Intervento del Prof. Luciano Mariti
Statuto del SAI Sindacato Attori Italiani FILS-CGIL 5 giugno 1988 (8 copie)
Contratto Collettivo nazionale di Lavoro per gli attori e il personale tecnico e artistico nelle attività di doppiaggio 25 ottobre 1989
Proposta di un’ipotesi di riforma del DPR 24 settebre 1963 (dopo il 1991)
Rinnovo 20 febbraio 1992 del Contratto Collettivo nazionale di lavoro del 23 ottobre 1987
Materiale SAI 1992-1993, promemoria
Intervento di Otello Angeli sul decreto 30 dicembre 1992 relativo al sistema pensionistico
decreto legislativo n° 503 30 dicembre 1992 (2 copie)
Dichiarazione 22 gennaio 1993
Circolare 4 giugno 1993
Lettera SAI al Ministero del Lavoro “Argomenti che necessitano di iniziative urgenti per i lavoratori dello spettacolo” 9 settembre 1993
Lettera SAI al Ministero del Lavoro sul medesimo argomento 8 ottobre 1993 (in allegato il documento proposto il 24 settembre al Teatro Festival di Parma)
Modello di contratto di scrittura teatrale
Modelli di fattura
Tabelle costi impresa
Tabelle compensi giornalieri attori
Circolare 31 marzo 1993 N°21 del Ministero del Turismo e dello Spettacolo
Documento SAI: argomentazioni e documentazioni sul lavoro subordinato nello spettacolo nella fattispecie dell’attore, 14 dicembre 1993
Fioravante Cozzaglio, Prensidente A.N.T.P.I. Associazione Nazionale Teatro Privato Indipendente, Lettera ai Soci, Roma 29 luglio 1999
Decreto Ministeriale 27 febbraio 2003 per le attività teatrali
Volantino per il mensile IS del SAI
Busta affrancata indirizzata alla SAI
Volantino elettorale senza data Carlo Alberto Cortina candidato PCI
Tessera CGIL di Enrico Maria Salerno N° n°540036 del 1947 Sindacato O.R.V. Operetta Rivista Varietà
Tessera CGIl Enrico Maria Salerno N°2513618 – FILS Sindacato Artisti Drammatici del 1949
Tessera SAI N° 12 di Enrico Maria Salerno anno 1964-1965 firmata da Gino Cervi
Tessera per associati Società Attori Italiani precedente al 1° gennaio 1965 ij cui si delega la RAI-TV a trattenere la percentuale dell’1% a titolo di contributo sindacale da devolvere alla SAI
Tessera per associati Società Attori Italiani probabilmente coeva alla precedente in cui si delega l’impresa teatrale nella persona dell’amministratore a trattenere la percentuale dell’1% a titolo di contributo sindacale da devolvere alla SAI
Tessera CGIL N° 2298365 intesta a Enrico Maria Salerno 1989
Tessera CGIL N° 2297714 intestata e Laura Andreini Salerno 1989
Appunti dal diario privato di Enrico Maria Salerno sulla condizione dell’attore
Testimonianza di Enrico Maria Salerno sul sostegno di Sandro Pertini alla Compagnia degli Attori Associati al Parioli nel video de Il silenzio di Dio
Copione di Sacco e Vanzetti, Compagnia degli Attori Associati
Copione de Il Capitano d’Industria, Compagnia degli Attori Associati
Prima edizione de Il Vicario di Rolf Hocchuth
150 tra lettere e telegrammi sulla costituzione della SAI – Società Attori Italiani e sull’attività della Compagnia degli Attori Associati: