Anche quest’anno la Festa del Cinema di Roma abbatte simbolicamente la barriera fra Città e Carcere.
In 24 fotogrammi al secondo, il cinema fa muovere la realtà e scopre orizzonti anche là dove tutto è ristretto e gli sguardi non travalicano le mura.
Da anni, nel grande Auditorium di Rebibbia N.C. entra il grande cinema, grazie alla collaborazione fra Fondazione Cinema per Roma, Archivio Storico Enrico Maria Salerno, DAMS Università Roma Tre, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e la Direzione del Penitenziario, e con il contributo di Regione Lazio e Mibac.

Il carcere è spaccato estremo della società. Un melting pot di lingue e culture, con una popolazione reclusa proveniente da 138 nazionalità diverse(37% su 50.000 detenuti), di età media sotto i 32 anni, compresenti nello stesso luogo e con immaginabili problemi di convivenza. La mediazione culturale fra diversi è un dato di necessità, e il cinema, assieme al teatro, rappresenta il linguaggio universale condivisibile da tutti. Nell’Auditorium di Rebibbia da 15 anni, migliaia di spettatori di qualunque età entrano liberamente per assistere agli spettacoli dei detenuti. Anche le macchine da presa si sono affacciate sempre più spesso e i detenuti si sono appassionati al “dietro le quinte” del cinema. Il Centro Studi Enrico Maria Salerno e la Fondazione Cinema per Roma, offrono al territorio della periferia Est una sala “reclusa” ma aperta a tutti con 340 posti, un grande schermo e una programmazione artistica di qualità. 

Eventi in programma

La Stoffa dei Sogni

di Gianfranco Cabiddu, Italia 2016

24 ottobre, ore 16,30 - Auditorium di Rebibbia Nuovo Complesso
La stoffa dei sogni è un film del 2016 diretto da Gianfranco Cabiddu e interpretato da Sergio Rubini e Ennio Fantastichini.
Una tempesta scaraventa sull'isola dell'Asinara un gruppetto eterogeneo di naufraghi: quattro camorristi, le due guardie che li stavano accompagnando in penitenziario, e i quattro membri di una compagnia teatrale di giro. Tre dei camorristi decidono di spacciarsi per teatranti, con l'aiuto (riluttante) del capocomico Oreste Campese, per sfuggire alla cattura da parte del direttore del carcere. Ma De Caro, il direttore, è uomo diffidente, e sospetta subito che la compagnia Campese ospiti qualcuno dei carcerandi sopravvissuti al naufragio.
Liberamente tratto dalla pièce L'arte della commedia di Eduardo De Filippo e dalla sua traduzione in napoletano de La tempesta di William Shakespeare,il film racconta la capacità del teatro di trasformare, ma anche sublimare, la realtà, e la volontà degli uomini di reinventarsi ritagliandosi di volta in volta i propri costumi di scena dalla stoffa di cui sono fatti i sogni. La stoffa dei sogni, appunto, è una continua citazione shakespeariana (non solo da "La tempesta") e rende omaggio a due maestri del teatro come il Bardo e De Filippo rivelandone le profonde assonanze al di là della "scorza" linguistica: assonanze che hanno a che fare soprattutto con la capacità di entrambi gli autori di "leggere" e poi di raccontare la natura umana nella sua miseria e nobiltà. 

Trek Point

di Tommaso Cavallini, Italia/Senegal 2017

25 ottobre, ore 16,30 - Auditorium di Rebibbia N.C.

Augusto un attore in crisi torna nella sua città natale. Si è lasciato dalla sua ragazza, non è ispirato nel suo lavoro ed un sogno frequente lo tormenta.  Incontra Ami Sow, una giovane donna senegalese immigrata in Italia e con lei stringe una particolare amicizia nella quale i  ruoli si capovolgono. Augusto sembra essere l’immigrato e Ami l’autoctona.

Augusto, una notte in città, solo e stanco, ha trovato solamente Ami Sow: una ragazza senegalese da qualche anno in Italia, che fa la taxista abusiva.  Ami oltre che la tassista, fa le traduzioni per i permessi di soggiorno dei senegalesi arrivati da poco, vende sulla spiaggia, pensa a come portare il kebab in Senegal e molto altro. Lui è attratto dal Senegal così un giorno Ami le regala un dvd che lei stessa ha fatto in Senegal come regalo ad un amico, che però non ha più visto.  Augusto è rapito da quelle immagini.  Nel mentre un  ”Griot” ci ha racconta la storia di Augusto ed Ami per raccontarci la storia di Gorèe esempio di schiavitù mondiale e al contempo rinascita e nuova vita.

Le musiche sono a cura del gruppo pop I Nomadi che interverrà al termine della proiezione con l’esecuzione di alcuni brani composti per il film.

 

Omaggio a Vittorio Taviani: Cesare deve morire

di Paolo e Vittorio Taviani, Italia 2012

26 ottobre, ore 16,30 - Omaggio a Vittorio Taviani con proiezione del film Cesare deve morire

Cesare deve morire è un film del 2012 diretto da Paolo e Vittorio Taviani. La pellicola, girata in uno stile docu-drama, narra la messa in scena del Giulio Cesare di William Shakespeare da parte dei detenuti di Rebibbia diretti dal regista teatrale Fabio Cavalli.
All'interno del teatro del carcere di Rebibbia, si conclude la rappresentazione del "Giulio Cesare" di Shakespeare, affidata ad alcuni detenuti della sezione Alta Sicurezza. I detenuti, qui in veste di attori, tornano nelle celle. Sei mesi prima, infatti, il direttore del carcere aveva annunciato il progetto della rappresentazione teatrale; ne seguono quindi i provini. Il "Giulio Cesare", dunque, prende corpo progressivamente ed è l'occasione per gli attori di comprendere come le passioni, i legami e i tradimenti che punteggiano, guidano o traviano la vita dell'uomo (e le loro storie criminali) non sono mai cambiate nei secoli e che le vicende della storia riproducono, solo in scala diversa, quelle delle vite di tutti.
Il film ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino 2012, e 5 David di Donatello 2012, tra cui per miglior film e miglior regia.

Parteciperà alla proiezione la Famiglia Taviani e il cast dei protagonisti di allora, divenuti oggi cittadini liberi.