
#REBIBBIA CITYFEST
Progetto vincitore del bando SILLUMINA - Periferie Urbane
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Rebibbia CityFest è una vetrina per i giovani cineasti e video makers, con proiezioni e laboratori fino a dicembre 2017. Il Programma prevede la selezione di 6 lungometraggi e 8 cortometraggi, di autori ed interpreti under 35. Ogni proiezione coinvolge detenuti e studenti. Le proiezioni sono anticipate da Laboratori, sia in carcere sia presso le aule delle Scuole e dell’Università Roma Tre, con conversazioni sul cinema e i suoi linguaggi, proposte da artisti e critici e docenti universitari.
Rebibbia 24
Auditorium di Rebibbia N.C. il 20 dicembre 2017, alle ore 16,00.
ACCREDITAMENTO ON LINE
il 20 dicembre prossimo, presso il carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, verrà presentato il docufilm Rebibbia 24 realizzato con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell'ambito dell'iniziativa "Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura".
SETTE RAGAZZI RACCONTANO IL DIETRO LE QUINTE DELL’ARTE IN CARCERE. COME L’INCONTRO CON REBIBBIA E I SUOI DETENUTI-ARTISTI HA CAMBIATO LE LORO VITE. Grazie al Bando Sillumina, con il supporto di MiBACT e SIAE, un gruppo di studenti del DAMS Università Roma Tre ha avuto la possibilità di portare le telecamere all’interno dell’Auditorium di Rebibbia: da allievi del Laboratorio di teatro e cinema sono diventati collaboratori professionali nel progetto Rebibbia 24 che racconta il dietro le quinte dell’arte in carcere, a 24 fotogrammi al secondo. Dopo mesi di presenza sul palcoscenico del carcere romano, fianco a fianco con i detenuti-attori del Teatro Libero di Rebibbia, nella realizzazione di Hamlet, per la regia di Fabio Cavalli, sette studenti affiancano venti detenuti nella realizzazione di un docufilm che prova a raccontare frammenti delle biografie di ciascuno dei protagonisti.
I giovani impegnati nel progetto: Giulia Ammendolia, Filippo Giovannelli, Miriam Lomuscio, Mariangela Montaina, Federica Spada, Giulia Sperduti e Yaya Jia. Proprio Yaya, studentessa cinese in Italia da un paio d’anni, è il filo rosso che unisce la storia personale di ciascuno a quel luogo misterioso, inquietante, sorprendente che è il Carcere e il suo Teatro. Yaya, appassionata di arti dello spettacolo, entra per la prima volta in un contesto impensabile per gli standard di giustizia e pena del suo immenso paese: in Italia esistono carceri che racchiudono teatri che racchiudono uomini che sono altrettanto prigionieri quanto artisti. Lo stupore di Yaya è riflesso negli occhi dei suoi compagni di studio, che la accompagnano – ciascuno con la propria storia – in questa sorta di viaggio iniziatico verso la comprensione del mistero della libertà dell’arte, che abbatte muri, cancelli, pregiudizi.
Il Docu Rebibbia 24 è girato con la tecnologia ottica della più recente generazione di smartphone, stabilizzatori di immagine, droni, macchine da ripresa subacquea. I ragazzi sono protagonisti in vari ruoli: autori della sceneggiatura, operatori di ripresa, montatori. Accanto a loro sette studenti dell’Istituto Statale Cine-tv “Roberto Rossellini” che hanno collaborato alle riprese e i musicisti della Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, guidati da Silverio Cortesi, che hanno dato vita ad una nuova versione di Jailhouse Rock di Elvis Presley, girata proprio sul palco di Rebibbia.
Il coordinamento del progetto è di Fabio Cavalli, regista teatrale e cinematografico e responsabile del Laboratorio Arti dello Spettacolo 1 presso il DAMS Roma Tre. Al montaggio Alessandro De Nino.
ACCREDITAMENTO OBBLIGATORIO ENTRO IL 13/12/2017
Tutti gli Eventi sono ad ingresso gratuito con accreditamento obbligatorio fino ad esaurimento posti.
Per info e prenotazioni sito: www.enricomariasalerno.it
tel. 069078326 - 069079216 - mail: rebibbiafestiva@gmail.com
Per accreditarsi è necessario indicare nome, cognome, data e luogo di nascita di ciascun partecipante. L'accreditamento può ritenersi effettuato solo dopo aver ricevuto conferma dalla Segreteria del Centro Studi.
Direzione Artistica Laura Andreini Salerno e Fabio Cavalli
Organizzazione Alessandro De Nino
Segreteria Organizzativa Giulia Sperduti
il 6 ottobre prossimo, presso il carcere di Rebibbia Nuovo Complesso, si terranno le riprese della videoclip musicale JAILHOUSE ROCK IN REBIBBIA. Un incontro di Cinema e Musica tra i detenuti attori della Compagnia G12 A.S., i musicisti della Banda della Scuola Popolare di Musica di Testaccio e gli studenti dell'Università Roma Tre, dell'Istituto di Istruzione Superiore Statale Cine Tv Roberto Rossellini e di altri Istituti Superiori del Lazio.
Sul palco di Rebibbia Musicisti liberi e reclusi si esibiranno nel celebre brano del Re del Rock, Elvis Presley, nella versione proposta da John Belusci e Dan Aykroyd nel film Blues Brothers di John Landis.
Sei macchine da presa cattureranno la performance musicale e il pubblico al fine di realizzare un videoclip musicale che verrà presentato in occasione della Festa del Cinema di Roma nel mese di novembre. Il pubblico, composto da detenuti, agenti, spettatori esterni, studenti, sarà dunque, non solo spettatore, ma protagonista dell'evento.
Le riprese di Jailhouse Rock in Rebibbia sono svolte nell'ambito del Laboratorio Rebibbia 24 relativo al Progetto Rebibbia Cityfest realizzato con il supporto del MiBACT e di SIAE, nell'ambito dell'iniziativa "Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura".
Ingresso pubblico ore 13.30
ACCREDITAMENTO OBBLIGATORIO ENTRO IL 27/09/2017
Tutti gli Eventi sono ad ingresso gratuito con accreditamento obbligatorio fino ad esaurimento posti.
Per info e prenotazioni sito: www.enricomariasalerno.it
tel. 0690169196 - 069079216 - mail: rebibbiafestiva@gmail.com
Per accreditarsi è necessario indicare nome, cognome, data e luogo di nascita, indirizzo di residenza di ciascun partecipante. L'accreditamento può ritenersi effettuato solo dopo aver ricevuto conferma dalla Segreteria del Centro Studi.
Direzione Artistica Laura Andreini Salerno e Fabio Cavalli
Organizzazione Alessandro De Nino
Segreteria Organizzativa Giulia Sperduti
Alcuni film in programma
Lo chiamavano jeeg robot
di Gabriele Mainetti, Italia 2015
Enzo Ceccotti non è nessuno, vive a Tor Bella Monaca e sbarca il lunario con piccoli furti sperando di non essere preso. Un giorno, proprio mentre scappa dalla polizia, si tuffa nel Tevere per nascondersi e cade per errore in un barile di materiale radioattivo. Ne uscirà completamente ricoperto di non si sa cosa, barcollante e mezzo morto. In compenso il giorno dopo però si risveglia dotato di forza e resistenza sovraumane. Mentre Enzo scopre cosa gli è successo e cerca di usare i poteri per fare soldi, a Roma c'è una vera lotta per il comando, alcuni clan provenienti da fuori stanno terrorizzando la città con attentati bombaroli e un piccolo pesce intenzionato a farsi strada minaccia la vicina di casa di Enzo, figlia di un suo amico morto da poco. La ragazza ora si è aggrappata a lui ed è così fissata con la serie animata Jeeg Robot da pensare che esista davvero. Tutto sta per esplodere, tutti hanno bisogno di un eroe.
Veloce come il vento
di Matteo Rovere, Italia 2016
Giulia De Martino vive in una cascina nella campagna dell'Emilia Romagna con il fratellino Nico. Sua madre se ne è andata (più volte) di casa, e suo fratello maggiore Loris, una leggenda dell'automobilismo da rally, è diventato un "tossico di merda" parcheggiato in una roulotte. Quando anche il padre di Giulia, che aveva scommesso su di lei come futura campionessa di Gran Turismo usando come collaterale la cascina, la lascia sola, Giulia si trova a gestire lo sfratto incipiente, il fratellino spaesato e il fratellone avido dell'eredità paterna. Ma la vera eredità dei De Martino è quella benzina che scorre loro nelle vene insieme al sangue e quel talento di famiglia, ostinato e rabbioso, per le quattro ruote.
La la land
di Damien Chazelle, USA 2016
Los Angeles. Mia sogna di poter recitare ma intanto, mentre passa da un provino all'altro, serve caffè e cappuccini alle star. Sebastian è un musicista jazz che si guadagna da vivere suonando nei piano bar in cui nessuno si interessa a ciò che propone. I due si scontrano e si incontrano fino a quando nasce un rapporto che è cementato anche dalla comune volontà di realizzare i propri sogni e quindi dal sostegno reciproco. Il successo arriverà ma, insieme ad esso, gli ostacoli che porrà sul percorso della loro relazione.
Non è un paese per giovani
di Giovanni Veronesi, Italia 2017
Sandro e Luciano fanno i camerieri in un ristorante ma coltivano sogni più grandi: Sandro, figlio di un edicolante pugliese che si improvvisa fruttivendolo abusivo, vorrebbe diventare uno scrittore, mentre Luciano, figlio di un giornalista, vorrebbe vedere i suoi orizzonti allargarsi, anche se non sa bene in quale direzione. È Luciano a trovare l'occasione giusta per entrambi: la possibilità di aprire il mitico chiringuito sulla spiaggia a Cuba, dove il mare è trasparente e la connessione Internet è centellinata dallo Stato. A Cuba i due amici troveranno ad aspettarli Nora, un'espatriata italiana stramba ma a suo modo autentica e profonda.
La ragazza del mondo
di Marco Danieli, Italia 2016
Giulia, con tutta la sua famiglia, fa parte dei Testimoni di Geova. Le regole che l'appartenenza a questo gruppo religioso le impone sono rigide e comportano una separazione nelle relazioni sentimentali con i non appartenenti alla comunità. Un giorno conosce, durante uno dei suoi impegni di proselitismo, Libero. È un ragazzo che la colpisce immediatamente e di cui si innamora ma la sorella, che li sorprende una sera, ne parla con i genitori e la comunità viene subito coinvolta. Giulia viene diffidata dal continuare a frequentarlo, pena l'allontanamento dalla Chiesa ma decide di non arrendersi.
Cinema in carcere
Il carcere è spaccato estremo della società. Un melting pot di lingue e culture, con una popolazione reclusa proveniente da 138 nazionalità diverse (37% su 50.000 detenuti), di età media sotto i 32 anni, compresenti nello stesso luogo e con immaginabili problemi di convivenza. La mediazione culturale fra diversi è un dato di necessità, e il cinema, assieme al teatro, rappresenta il linguaggio universale condivisibile da tutti. Nell’Auditorium di Rebibbia da 15 anni, migliaia di spettatori di qualunque età entrano liberamente per assistere agli spettacoli dei detenuti. Anche le macchine da presa si sono affacciate sempre più spesso e i detenuti si sono appassionati al “dietro le quinte” del cinema. Il Centro Studi Enrico Maria Salerno e la Fondazione Cinema per Roma, offrono al territorio della periferia Est una sala “reclusa” ma aperta a tutti con 340 posti, un grande schermo e una programmazione artistica di qualità. Nel 2016 nasce la Festa del Cinema a Rebibbia, col Ministero di Giustizia e l’Università Roma Tre: proiezioni, incontri, spettacoli in live streaming per il pubblico esterno e interno.
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Rebibbia 24
Laboratori e docufilm con i detenuti e gli studenti delle Scuole e delle Università del Lazio
Forti di una nuova consapevolezza critica, gli spettatori – studenti e detenuti - si confrontano sulle opere proposte con la tecnica dell’intervista doppia, a microfono aperto davanti alla telecamera, con impressioni, critiche e commenti: clip dopo clip, a comporre un collage dell’esperienza dal punto di vista dello spettatore. Il Prodotto video, che chiameremo Rebibbia 24 – realizzato da operatori e montatori under 35 - sarà presentato a fine progetto e consegnato al web come testimonianza, senza censura e senza peli sulla lingua, di ciò che resta in mente al pubblico quando si riaccendono le luci. Anche in un carcere.